Nel giro di pochi anni
perfezionò l'invenzione e cominciò a proporlo nei circoli musicali, lui
stesso era un violoncellista, riscuotendo un crescente interesse finché
Lenin in persona dopo aver ascoltato lo strumento propose all'inventore
di divulgarlo in Europa, probabilmente con l'intento di propagandare
l'ingegno dei nuovi sovietici.
Thermen partì alla volta
delle capitali europee, Berlino, Londra, Parigi, in quest'ultima,
durante la sera della presentazione dello strumento, la polizia dovette
intervenire per calmare i disordini provocati dalle migliaia di persone
rimaste fuori del teatro, fu un enorme successo.
La svolta decisiva nella vita di Lev avvenne con il suo sbarco a New
York nel 1928. Dopo aver presentato lo strumento ad una selezionata
cerchia di musicisti e magnati (tra i quali il direttore d'orchestra
Toscanini, il musicista Varese e l'industriale Ford), cominciò a
lavorare alacremente fondando una sua azienda, organizzando concerti,
perfezionando ed inventando varianti all'eterofono ribattezzato theremin
(Lev aveva anglicizzato il nome in Leon Theremin). Importantissimo fu
l'incontro con una sua giovane compatriota Clara Reisemberg
naturalizzata in Clara Rockmore, la quale, non potendo proseguire per
motivi di salute la sua attività di violinista, (era molto dotata, il
primo concerto lo fece all'età di sette anni), si dedicò
all'apprendimento del theremin divenendone in breve tempo la più
importante e riconosciuta virtuosa.
Leon concesse alla RCA la licenza di costruzione commerciale del
theremin, ma non fu un successo a causa della difficoltà d'utilizzo e
della svalutazione galoppante (si era all'epoca della crisi mondiale
dovuta al crollo di wall street) che ne rendeva proibitivo il prezzo
d'acquisto.
Altre invenzioni sono partorite da Leon; Il theremin-cello, una specie
di violoncello elettronico, il rithmycon, un generatore di ritmi, Il
terpsitone tramite il quale un ballerino è in grado di produrre musica
muovendosi e diversi dispositivi d'allarme che fecero la fortuna della
sua azienda, la Teletouch, Leon divenne in breve tempo milionario.
Nella metà degli anni trenta si separa dalla prima moglie e si risposa
con una ballerina di colore creando un certo scandalo nei circoli
esclusivi di cui faceva parte.
La sua carriera d'uomo d'affari americano s'interruppe nel 1938 quando
scomparse nel nulla. Non è mai stato chiarito se fu rapito dal NKVD (il
KGB del tempo) o se si allontanò volontariamente, fatto sta che tornato
in patria fu internato in un campo di lavoro! La cosa non deve
sorprendere, bisogna tener presente che si era nel pieno delle
epurazioni staliniane e ogni sovietico rimpatriato volontariamente o a
forza era sospettato, o meglio, era accusato e conseguentemente punito
per contaminazione imperialista!
Fu riabilitato anni dopo grazie ad alcune invenzioni rivoluzionarie nel
campo dello spionaggio, pare che la CIA abbia per anni utilizzato come
esempio della tecnologia spionistica avversaria, un suo circuito che
rimase nascosto nell'ufficio dell'ambasciatore americano a Mosca fino in
epoca moderna senza essere identificato.
Alcuni collaboratori universitari che conobbero Leon in tarda età,
quando cioè il sistema comunista era ormai crollato, sostengono che Leon
lavorò con i servizi di spionaggio già dai primi anni venti e che fu
mandato negli Stati Uniti anche allo scopo di carpire segreti alle
potenti industrie belliche, utilizzando la figura di musicista ed
inventore (quale in realtà fu) come paravento. Storia o leggenda? Non ci
è dato di saperne di più, l'unica cosa certa pare essere che al ritorno
in patria lavorò veramente nel campo spionistico.
Terminata la sua forzata o volontaria collaborazione con i servizi nel
1966, cominciò a lavorare nell'università di Mosca dedicandosi alla vera
passione della sua vita, il theremin. Studiò nuovi modelli, alcuni dei
quali polifonici, dei quali purtroppo non rimane traccia.
Nel 1991, creduto morto dal mondo occidentale, tornò negli Stati Uniti a
visitare gli amici di un tempo e la sua pupilla Clara.
Leon Theremin è morto nel 1993 all'età di 97 anni mentre si stava
attivamente dedicando ad una sua ricerca sulla longevità, i
collaboratori universitari, volendo descriverne il genio con un
aneddoto, affermano che fu solo la morte ad impedirgli di terminare con
successo anche questa nuova sfida.
Giorgio
Necordi |