Per questo VESPERTINE è
per certo annoverabile tra uno dei più belli ed intensi lavori proposti
da un artista della nostra epoca capace di attraversare pressoché ogni
genere musicale contemporaneo.
Il teatro della ROYAL OPERA HOUSE si trova a Londra presso Covent
Garden, ed è solitamente utilizzato per esibizioni operistiche classiche e tradizionali.
BJORK è
stata la prima artista a cui sia stato concesso di esibirsi in quel
contesto così riservato e protetto. Ed in questo senso, la sua scelta di
presentare il materiale principalmente tratto da VESPERTINE è stata la
migliore, dal momento che l'austero spazio londinese non si sarebbe
certo prestato con facilità alla forte componente ritmica della musica
degli album precedenti. Ma in questo caso, dato il carattere spesso
etereo ed impalpabile del suono proposto, lo spazio si offre in tutta la
sua efficace capacità acustica di contenere e far risuonare ogni minimo
particolare sonoro presente nel complesso canovaccio anche rumoristico
dei brani.
Per questa esibizione
BJORK ha voluto con se il duo elettronico dei MATMOS nelle individualità
di DREW DANIEL e MC SCHMIDT, THE INUIT CHOIR un coro formato da un
gruppo di donne tutte provenienti dalla Groenlandia e l'incredibile
suonatrice di arpa ZEENA PARKINS, oltre alla significativa
partecipazione anche della NOVECENTO ORCHESTRA diretta da SIMON LEE.
Aprono la serata due strumentali (Frosti ed Overture) di
sicuro effetto coreografico, affidati all'orchestra e alla immediata
presenza rumoristica di MATMOS. A seguire poi All is full of love
uno dei brani più famosi dell'intera produzione di BJORK qui
interpretata con rara intensità.
Da questo momento il concerto prosegue con dieci composizioni tratte
proprio da VESPERTINE (Aurora, Undo, Generous
palmstroke, An echo a stan, Hidden place, Cocoon,
Unison, Harm of will, It's not up to you, Pagan
poetry) con lo straordinario dispiegamento della forza sonora
dell'ensemble presente a fornire alla sempre più sorprendente voce
solista di BJORK una base su cui raggiungere vertici evocativi assoluti.
A beneficio della platea di appassionati
dell'intero repertorio, BJORK offre una breve carrellata degli album
precedenti con Possibly maybe, Isobel, Hyperballad,
Human behaviour e Yoga prima di chiudere con l'evocativa e
collettiva It's in our hands, dove tutti i musicisti presenti
partecipano cantando e muovendosi liberamente all'esecuzione con una
gioia ed una luce affrancata dalla concentrazione necessaria nei
precedenti brani. Un modo molto bello per chiudere un concerto cosi'
importante.
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